9 luglio 2012

esami di idoneità-la risposta dal Dirigente Scolastico

Ho ricevuto una risposta scritta della mia lettera "alcune domande importanti" 
 dal mio dirigente scolastico: ve lo metto qui,
e appena ho capito come farlo,
faro un download scribd perche si possa portarla via in maniera migliore.

edit: ecco che le ho pubblicati su scribd in una collezione
non è la maniera come avrei voluto inserirlo
ma fino a che capisco meglio va bene così!
Il dirigente è stata così gentile di allegare anche un articolo stampa che ha trovato!
segue tutto il resto, proprio come me l'ha dato a me.
L'unici dubbi che ho sono legati al fatto che non mi sembrano chiare le risposte ad alcune domande, nel senso che 2 delle domande sono sullo stesso tema,
e le risposte mi sembrano che siano opposte.
Ma spero di chiarire la cosa con lui appena riesco.

Pubblico frettolosamente, perche molti lo vogliono vedere,
 ma torno con tutta la storia appena ho tempo (stiamo ristrutturando la casa).

Ecco la lettera:





Buona giornata a tutti!

26 maggio 2012

Esami di idoneità? No grazie!

E' davvero tanto tempo che non scrivo.
Come lcerte forse hanno intuito, è da un po che lavoro sui programmi da presentare, e verso marzo ho incominciato a pensare a queste benedette esami che abbiamo "obbligo" di richiedere per i nostri figli.

Da anni sentivo il brontolio sottovoce dei tanti homeschooler che insiste da una parte "ma circolari ministeriali non sono leggi" e da altri parti " forse no, ma sono normativi, e quindi ..."

E quindi? 

Ho fatto i miei compiti, da brava apprendente, e ho fatto un po di ricerche con l'aiuto di molti amici, nuovi e non,. Il risultato? Ho capito  che gli esami di idoneità annuali NON sono obbligatorie ma un nostro diritto. Lo so, lo so,  chi mi legge ora forse sta cascando dal pero, o forse no! Le notizie spesso viaggiono come il fuoco...

Ho letto, verso marzo sulla lista di Sandra Dodd, che bisogna conoscere bene le leggi e  normativi per poter fare scuola famigliare seguendo tracce diverse del programma ministeriale  e quasi mentre pensavo, è vero, devo riprovare a leggere tutto quanto, una mia amica mi contatta un poco alarmata perche la scuola le aveva informato che l'esame di idoneità non era una "semplice" verifica ma un vero e proprio esame di 4 giorni su tutte le materie con un consiglio di classe di 6 professori.  Io le ho detto quello che sapevo (pochissimo) che includeva la solita lagna di "ma gli esami non sono obbligatorie perche ...le circolari ministeriali non sono leggi ma non so come convincere nessuno di questo."  Io ero convinta, perche, dai, bisogna ammettere che è meglio credere nelle fate che no, ma non avevo nessuna idea come provare che esistono le fate, voglio dire, che gli esami non sono obbligatorie  anche  al caro dirigente scolastico che trovi.

Mia amica, L, ha avuto poi l'idea brillante di leggere qualche documento che si pouò trovare in giro (davvero lo penso, anche se sembra ovvio a voi, scommetto che non avete mai provato di leggere una circolare ministeriale!)...e ha trovato una circolare che ha convinto il suo dirigente che effettivamente era così, l'esame di idoneità è usato o per formalizzare la carriera scolastica dello studente o per stabilire il livello dell'apprendimento dello studente quando desidera rientrare nella scuola statale o paritaria.  Ero veramente sorpresa e merivigliata: allora era vero che esistono le fate! E chissà se era possibile convincere anch'io il nostro Dirigente Scolastico la stessa cosa.

Intanto, per prepararmi mentalmente, ho incominciato a leggere le circolari ministeriali che ci riguardano. E ho voluto specificamente educarmi sulla gerarchia delle normativi che ci sono nella legislazione italiana (voglio dire, che cavolo è una circolare ministeriale).

Ho scoperto molte cose e questa lettera per mio dirigente è il risultato (ringrazio con molta cuore Daniela, Laura, Luciana, e Paola per tutto il sostegno e aiuto che mi hanno dato):


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Alcune Domande Importanti


Ogni aprile, per chi ha scelto di praticare la scuola famigliare, arriva il momento di dover fare richiesta per l'esame di idoneità per i loro figli.
Questa procedura di dover fare richiesta per l'esame di idoneità è conosciuta a tutte le famiglie che hanno scelto di seguire personalmente l'educazione dei loro bambini invece di delegare quest'obbligo e diritto allo Stato, anche se in maniera disuguale da distretto in distretto scolastico. Ci sono Dirigenti Scolastici che accettano un colloquio informale con studente e genitore, altri che accettano di visionare un portfolio dei lavori fatti dal bambino, invece ci sono altri Dirigenti che obbligano a sottoporre il bambino o la bambina ad un'esame d'idoneità ogni anno della durata di 2 a 4 giorni con la presenza di 6 insegnanti.
Un'attenta lettura dei vari decreti ministeriali, e la costituzione e i suoi articoli aggiunti, e prendendo in considerazione l'importanza che un circolare deve garantire la legittimità legale degli atti che prescrive*(vedi nota alla fine), si capisce chiaramente che è legittimo chiedere, in qualunque anno, un'esame di idoneità per formalizzare la carriera scolastica (rispettando l'eta' anagrafica del bambino/anno scolastico) ma non e' MAI obbligatorio.
Infatti, risulta che e` almeno dal 2008 che le circolari vorrebbero imporre un'interpretazione assai diversa, considerando obbligatorio l'esame annuale di idoneità per coloro che scelgono l'istruzione parentale per i loro figli.
Questa procedura è affermato di anno in anno dalle circolari ministeriali che lo sostengono "ai sensi dell'art.1, comma 4 del decreto legislativo n. 76/2005".
Questo decreto legislativo, tra altre cose, semplicemente riafferma il diritto costituzionalmente garantito dei genitori di ricorrere all'istruzione privata o familiare per l'assolvimento legittimo del diritto-dovere all'istruzione e alla formazione e il cui articolo 1, comma 4, pone per l'esercizio di questa scelta l'unica condizione che i genitori, o chi ne fa le veci, devono annualmente dimostrare di averne le capacità tecnica ed economica.
Eppure la circolare del 2008 afferma con citazione di questo decreto legislativo che i studenti proveniente da istruzione parentale sono obbligati ogni anno di sottoporsi ad esame di idoneità:
"Gli alunni provenienti da istruzione familiare, qualora non si iscrivano ad alcuna scuola statale o paritaria, sono obbligati, ai sensi dell'art. 1, comma 4 del decreto legislativo n. 76/2005, a sottoporsi ogni anno ad esame di idoneità per la classe successiva a quella corrispondente all'anno di corso per la quale sono stati istruiti, nei limiti di età prescritti dal precedente comma. Per contro, gli alunni che frequentano scuola non statale e non paritaria hanno l'obbligo di sottoporsi ad esame di idoneità solamente nel caso in cui intendano iscriversi a scuole statali o paritarie, nonché al termine della scuola primaria per il passaggio alla scuola secondaria di I grado."
Invece se guardiamo una circolare ministeriale del 7 febbraio, 2006, Prot.n. 1147 vediamo che anch'essa interpreta l'art. 1, comma 4 del decreto legislativo n. 76/2005, ma in maniera completamente diversa e a mio avviso, corretta:
"Ciò premesso, si chiarisce ulteriormente che l'istruzione possa essere impartita, in piena legittimità e quindi in regime di non sanzionabilità, oltre che nelle scuole statali e paritarie anche attraverso i genitori o chi ne fa le veci o con la frequenza di scuole private non paritarie. Ovviamente da ciò non discende che le scuole interessate rilascino titoli di studio aventi valore legale che sono di esclusiva competenza delle scuole statali e paritarie. E' del tutto evidente che la certificazione del percorso scolastico, secondo le scansioni previste dall'ordinamento, non può che essere rimessa ad un accertamento da operare mediante esami di idoneità gestiti esclusivamente da scuole statali o paritarie. Da questo punto di vista appare, altresì, evidente che la formalizzazione della carriera scolastica degli studenti interessati soggiace al superamento dell'esame di idoneità stesso. 
A maggior ragione l'esame di idoneità si rende obbligatorio nell'ipotesi in cui l'alunno voglia rientrare nell'ordinario circuito formativo, cessando dalla scuola familiare o dalla frequenza della scuola privata non paritaria. "
Si noti che entrambe citano lo stesso decreto legislativo (cioe' quello del 15 aprile 2005, n.76 di cui ho parlato sopra) che dice in riferimento a chi pratica la scuola famigliare nel articolo 1.4:
" I genitori, o chi ne fa le veci, che intendano provvedere privatamente o direttamente all'istruzione dei propri figli, ai fini dell'esercizio del diritto-dovere, devono dimostrare di averne la capacità tecnica o economica e darne comunicazione anno per anno alla competente autorità, che provvede agli opportuni controlli."
Le circolari ministeriali più recenti che parlano di esami di idoneità sono sia la Circolare Ministeriale n.4, prot.n. 240 del 15 Gennaio, 2010/ sia quella n.35, del 26 marzo 2010.
Il primo si legge così:
"b) Modalita` di assolvimento
L'iscrizione e la frequenza della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado costituiscono obbligo. Tale obbligo puo` essere assolto non solo con la frequenza di scuole statali e paritarie, ma anche attraverso l'istruzione familiare. In questo caso, il minore e` tenuto a sostenere, ogni anno l'esame di idoneita`.
Coloro che intendano provvedere in proprio all'istruzione dei minori soggetti all'obbligo di istruzione devono rilasciare al dirigente scolastico della scuola del territorio di residenza apposita dichiarazione, da rinnovare anno per anno, di possedere capacita` tecnica o economica per provvedervi. Il dirigente medesimo ha l'onere di accertare la fondatezza di tale dichiarazione.
"Il rischio di mancato assolvimento dell'obbligo di istruzione a partire dalla scuola del primo ciclo e' oggi motivo di rilevante preoccupazione; aspetti nuovi dell'evasione scolastica rendono necessaria una vigilanza attenta e continua rispetto all'istruzione famigliare e alla frequenza di scuole non statali e non paritarie (anche con rinnovata attenzione agli esami di idoneita'), nonche' a nuovi fenomeni emergenti legati ai processi immigrazione, allo sfruttamento del lavoro minorile e alle nuove poverta', di cui si hanno evidenze soprattutto nei contesti metropolitani.
Al fine di far fronte a tali fenomeni, l'Amministrazione assicurera' accuratezza nel lavoro di vigilanza e tempestivita' negli interventi, in coerenza con quanto, tra l'altro, previsto dal Regolamento recante norme in materia di adempimento del'obbligo di istruzione (DM 22 agosto 2007)." Poi continua: "I dirigenti scolastici, soprattutto degli istituti di istruzione secondaria di primo grado, effettueranno le necessarie verifiche, rilevaranno i casi e le ragioni di inosservanza, attiveranno tutti le iniziative e le misure che dovessero rendersi necessarie, ivi comprese le segnalazioni alle autorita' competenti."
Evidenziando così la necessità della giusta vigilanza su eventuali fenomeni di mancato assolvimento dell'obbligo di istruzione.


Il decreto ministeriale citato al interno si trova al indirizzo web


Nella seconda circolare n.35, del 26 marzo 2010, come in quello n.4 citato subito sopra, se prima cita e spiega correttamente quali sono le modalità in cui si possa adempire l'obbligo scolastico, reiterando che con la scelta di adempire l'obbligo tramite l'istruzione parentale: "I genitori, o coloro che ne fanno le veci, che intendano provvedere direttamente all'istruzione degli obbligati, devono dimostrare di averne la capacità tecnica od economica e darne comunicazione, all’inizio di ogni anno scolastico, alla competente autorità (dirigente scolastico di una delle scuole statali del territorio di residenza) che provvede agli opportuni controlli (art. 111 D.L.vo n. 297/1994; art. 1, comma 4, D.L.vo 15 aprile 2005, n. 76)," e di nuovo, subito dopo asserisce senza alcun riferimento legislativo che i soggetti obbligati a sostenere gli esami di idoneità ogni anno sono coloro che assolvono all'obbligo con istruzione parentale.
Entrambe le circolari rilevano chiaramente l'incoerenza legislative che cerco di delineare in questa lettera.
Ritengo che imporre l'esame di idoneità è una strategia scelta dal MIUR per fare controlli su eventuali fenomeni di mancato assolvimento dell'obbligo di istruzione. Pero la legislazione parla molto chiaramente al riguardo: l'obbligo è assolto se i genitori dichiarano l'intento di adoperare la facoltà dell'istruzione parentale ogni anno presso l'istituto scolastico del suo distretto a gennaio/febbraio lasciando che le competenti autorita` provvedano all'eventuale controllo, senza imporre l'obbligo e senza precisare le modalita' di un'esame di stato. Infatti legislativamente la garanzia dell'assolvimento del dovere all'istruzione avviene attraverso la dimostrazione dei genitori "di averne la capacità tecnica o economica e darne comunicazione anno per anno alla competente autorità, che provvede agli opportuni controlli."
A quel che mi risulta, c'è un'enorme confusione a riguardo dell'utilizzo corretto dell'esame d'idoneità: l'esame di idoneità sarebbe un metodo di misurare il livello di apprendimento che lo studente ha conseguito per poter reinserirlo nella scuola pubblica e suo utillizzo annuale sarebbe un metodo per chi sceglie l'istruzione parentale, o la scuola privata non paritaria a formalizzare la carriera scolastico del studente; invece sembra che lo si sta adottando in modo non legittimato dalla legge per dissuadere l'evasione scolastico, utilizzando poi come prove d'esame quelle stabilite dai docenti dell'istituto presso il quale si sostiene la prova, anche in assenza di richiesta di rientro nella scuola statale. Si tratta quindi di prove in totale aderenza ai programmi ministeriali, fatta salva l'autonomia scolastica dei singoli istituti (ed eventuali sperimentazioni ministeriali approvate) ma senza spazi di autonomia per chi fa scuola familiare, interpretando sempre erroneamente che la scelta dell'educazione parentale se non segue il percorso della scuola pubblica in termini di programmi, sia *evasione scolastica*. Risulta evidente la incongruenza di tale esame per lo studente i cui genitori sono intenti di offrire un'educazione che non segue in maniera precisa il percorso didattico della Scuola Statale anche se gli intenti e obbiettivi possono essere simili.
E` condivisibile che la garanzia dell’assolvimento del dovere all’istruzione deve essere accertato (come da legge) anche annualmente, ma queste modalità andrebbero ripensate.
Si giunge poi all'assurdo che le medesime scelte didattiche siano accettabili per scuole private - quindi lo stato stesso riconosce che sono ammissibili e nell'interesse del minore - ma non lo siano in un regime di scuola familiare.
Sicuramente è auspicabile un controllo annuale sia per giustezza che per legge per accertare che il bambino è effettivamente seguito, educato, istruito e che non è mandato a lavorare a cottimo, ne maltrattato, ne abusato. Ma le strategia per poterlo effettuare sono tanti e andrebbero concordate caso per caso senza imporre al bambino e agli stessi commissari e dirigenti scolastici delle prove d'esame rigide, che non valorizzano il lavoro svolto ne offrono un'esperienza formativa al bambino.
Se, come diversi legali ai quali mi sono rivolto mi hanno confermato, l'obbligo di sostenere un esame di idoneità non sussiste legislativamente per chi sceglie di adempire l'obbligo scolastico tramite l'istruzione parentale e non intende fare lo studente rientrare nella scuola statale/paritaria per l'anno successivo, si può altrettanto concludersi che è legittimato dalla legge un'eventuale decisione dalla famiglia di non adoperare la facoltà di "richiedere l'esame di idoneità."
Vorrei avere una conferma sui seguenti punti:
Se si rinuncia a fare domanda per l'esame di idoneità e quindi non si sostiene l'esame, quando si vuole rientrare nel percorso scolastico o è giunto il momento per sostenere l'esame di licenza media, le requisiti di ammissione sono come è scritto nel circolare ministeriale n. 35, del 26 marzo 2010?
"L’iscrizione agli esami di idoneità per le classi seconda, terza, quarta e quinta della scuola primaria e per la classe prima della scuola secondaria di primo grado é consentita a coloro che abbiano compiuto o compiano, entro il 31 dicembre 2010, rispettivamente, il sesto, il settimo, l’ottavo, il nono e il decimo anno di età (art. 4, comma 8, O.M. n. 90/2001).
L’iscrizione agli esami di idoneità per le classi seconda e terza della scuola secondaria di primo grado é consentita (art. 11, comma 5, D.L.vo n. 59/2004):
- a coloro che abbiano compiuto o compiano, entro il 30 aprile 2010, rispettivamente, l'undicesimo e il dodicesimo anno di età e che siano in possesso del titolo di ammissione alla prima classe della scuola secondaria di primo grado,
- nonché a coloro che abbiano conseguito il predetto titolo, rispettivamente, da almeno uno o due anni. "
Se invece decidiamo di rinunciare alle idoneità a livello di scuola secondaria di 1 grado, possiamo chiedere di sostenere l'esame di licenza media solo al compimento dei 16 anni, o anche a 14 pur non avendo l'ammissione alla classe terza della secondaria di 1 grado (sempre come descritto nel circolare ministeriale n. 35, del 26 marzo 2010)?
E' ammissibile che uno studente che riceve la sua educazione tramite l'istruzione famigliare scelga di sostenere l'esame di licenza media ai compimento dei 16 anni se i genitori ritenessero giusto così?
E se lo studente non ha bisogno della licenza media ma vorrebbe invece accedere alla scuola secondaria di 2 grado e in particolare alla classe corrispondente alla sua età, quali sono le norme che si applicano?
E` altrettanto importante stabilire quali sono gli obblighi reali del Dirigente Scolastico, visto che sia il decreto legislativo n. 76/2005 sia le ultime circolari parlano di "opportuni controlli" e "eventuali verifiche", se il Dirigente Scolastico è libero di scegliere le modalità
-per controllare le capacità tecniche o economiche dei genitori
-per controllare l'adempimento dell'obbligo scolastico
Altro punto importantissimo stabilire, qualora lo studente vorrebbe un'esame di idoneità anche se non intende rientrare nella scuola statale/paritaria, quali siano i parametri concesso al Dirigente Scolastico per quest'esame? Spesso quando si sceglie di non delegare il diritto/obbligo di educare i propri figli allo Stato lo si fa perché vorrebbe continuare a lungo termine, adoperando metodologie che sono spesso in contrasto diretto a quello utilizzato dalla scuola statale. Sarebbe di enorme aiuto per le commissioni d'esame avere chiarezza quando si trovano di dover valutare percorsi scolastici distinti dal programma ministeriale della classe corrispondente.
Quali sono i criteri e i margini di autonomia della commissione e del dirigente di una scuola statale nel preparare una prova d'esame di idoneità?
E nel decidere una procedura di valutazione e docimologica?
Come si potrebbe scrivere il verbale relativo a una prova d'esame del genere, a tutela di tutti e senza incorrere in dichiarazioni false o impugnabili ma enunciando i fatti:
-la scelta di un curricolo distinto da quello ministeriale (che non è stato sottoposto ad approvazione ministeriale semplicemente perché tale opzione non è prevista )
-il desiderio di continuare di adempire l'obbligo scolastico tramite l'istruzione parentale
-la necessità di un'esame che mostra l'idoneità per proseguire con il programma personalizzato.
Ringrazio in anticipo chi prende in considerazione questi riflessioni importanti e delicate.


Melissa D


*E` generalmente risaputo ormai che una circolare ministeriale non può impugnare a terzi ciò che la legge non dice. Ciò appare quanto mai condivisibile visto il diverso percorso formativo di tali tipi di atti, per cui è lecito ritenere che non possano creare precetti oppure imporre condizioni o concedere ammissioni non contenute nella legge. Nel saggio dal titolo "Le Circolari e l'Ordinamento Giuridico," l'autrice, la dott.ssa Silvia Nicodemo, dichiara: "avendo carattere interpretativo e non normativo, prive di rilevanza esterna, non sarebbero impugnabili da parte dei terzi." Dice inoltre che la circolare ministeriale "potrà avere contenuto interpretativo, contenendo istruzioni, che avranno rilevanza secondo i principi applicabili ai rapporti tra funzionari amministrativi, obbligando il destinatario in quanto riproduttiva ed esplicativa di norme giuridiche con ciò escludendosene la portata normativa e, conseguentemente, l’obbligatorietà per il contribuente.
Quando non avrà tale contenuto e funzione essa non potrà definirsi propriamente circolare: sarà atto diverso, di volta in volta amministrativo generale o normativo (23), ma per assumere legittimamente questa funzione dovrà essere accompagnato anche dalle garanzie proprie di quegli atti. "
Inoltre, esistono ormai varie sentenze della Corte di Cassazione che affermano il seguente principio di diritto, come citato dal seguente sentenza, Sezioni unite civili, Sentenza 2, novembre 2007, n. 23031: "Alla luce delle considerazioni svolte può, pertanto, affermarsi il seguente principio di diritto: «La circolare con la quale l'Agenzia delle Entrate interpreti una norma tributaria, anche qualora contenga una direttiva agli uffici gerarchicamente subordinati perché vi si uniformino, esprime esclusivamente un parere dell'amministrazione non vincolante per il contribuente, e non è, quindi, impugnabile né innanzi al giudice amministrativo, non essendo un atto generale di imposizione, né innanzi al giudice tributario, non essendo atto di esercizio di potestà impositiva». Va, pertanto, dichiarato il difetto assoluto di giurisdizione con la conseguente cassazione senza rinvio della sentenza impugnata. La particolarità e complessità della fattispecie giustifica la compensazione delle spese dell'intero giudizio."


31 marzo 2012

Learning without schooling in France: Andre' Stern

ho trovato questo articolo con video su Andre' Stern molto bello. 
spero che piace anche a voi.

recentemente Andre' Stern era qui in Italia 
per parlare della sua esperienza di crescere senza scuola.
Una mia amica ha potuto essere presente, ed e' rimasta molto ispirata dalle sue parole.

buona visione!
melissa

29 marzo 2012

alcuni riflessioni sull'obbligatorita' degli esami d'idoneita' annuali


Ho seguito con molto interesse il percorso preso da una mia amica che fa scuola famigliare anche lei con suo figlio di prima media. Ha trovato modo di convincere il dirigente con molta tranquillita' che gli esami annuali d'idoneita' (che noi che facciamo scuola famigliare dobbiamo "richiedere obbligatoriamente" ogni anno) non erano obbligatori meno che si rientra alla scuola pubblica, oppure quando il bambino e' pronto per fare l'esame di terza media. 

Il suo  risultato straordinario (per me! che sono 5 anni che vado avanti con una tensione crescente pensando all'esame quando so di fare le cose molto diversamente dalla pdvista della scuola e non ce  mai una mediazione per venire incontro)  ha risvegliato un mio dubbio fortissimo che ho avuto da quando nell'anno scolastico 2007/08 una nuova circolare ha cambiato cos' drasticamente l'atteggiamento verso chi fa la scuola famigliare.



Mi domandavo come mai nel circolare ministeriale nota 7 febbraio, 2006, che si può trovare qui:  c'e scritto chiaramente, citando anche il decreto legislativo  del 15 aprile, 2005, n.76, che chi fa scuola famigliare non ha obbligo (ma il DIRITTO si'!) di fare un esame d'idoneita' finche non lo si desidera, o finche lo studente non si rientra nella scuola pubblica  ma poi il  circolare ministeriale del  14 marzo 2008,  n.32  (scroll down! questo è quello che uscì quando la Shanta stava per finire suo primo anno di apprendimento senza scuola) dichiara l'opposto, cioe' che abbiamo l'obbligo di fare un esame annuale d'ideonita'.

Cito dal cm di 2006:
"Ciò premesso, si chiarisce ulteriormente che l'istruzione possa essere impartita, in piena legittimità e quindi in regime di non sanzionabilità, oltre che nelle scuole statali e paritarie anche attraverso i genitori o chi ne fa le veci o con la frequenza di scuole private non paritarie. Ovviamente da ciò non discende che le scuole interessate rilascino titoli di studio aventi valore legale che sono di esclusiva competenza delle scuole statali e paritarie. E' del tutto evidente che la certificazione del percorso scolastico, secondo le scansioni previste dall'ordinamento, non può che essere rimessa ad un accertamento da operare mediante esami di idoneità gestiti esclusivamente da scuole statali o paritarie. Da questo punto di vista appare, altresì, evidente che la formalizzazione della carriera scolastica degli studenti interessati soggiace al superamento dell'esame di idoneità stesso. 
A maggior ragione l'esame di idoneità si rende obbligatorio nell'ipotesi in cui l'alunno voglia rientrare nell'ordinario circuito formativo, cessando dalla scuola familiare o dalla frequenza della scuola privata non paritaria. "



 e cito dal c.m. del 2008 dove c'e' scritto:
"Gli alunni provenienti da istruzione familiare, qualora non si iscrivano ad alcuna scuola statale o
paritaria, sono obbligati, ai sensi dell'art. 1, comma 4 del decreto legislativo n. 76/2005, a sottoporsi ogni anno ad esame di idoneità per la classe successiva a quella corrispondente all'anno di
corso per la quale sono stati istruiti, nei limiti di età prescritti dal precedente comma. Per contro, gli
alunni che frequentano scuola non statale e non paritaria hanno l'obbligo di sottoporsi ad esame di
idoneità solamente nel caso in cui intendano iscriversi a scuole statali o paritarie, nonché al termine della scuola primaria per il passaggio alla scuola secondaria di I grado."      



Quello che non capisco e' questo: citano sia l'uno che l'altro il decreto legislativo 15 aprile 2005, n.76 ( in allegato -3), preso dall'internet, che dice in sostanza che abbiamo il diritto di scegliere la scuola famigliare per tutti gli anni dell'obbligatorita' scolastica e che dice nel articolo 1.4: 
" I genitori, o chi ne fa le veci, che intendano provvedere privatamente o direttamente all'istruzione dei propri figli, ai fini dell'esercizio del diritto-dovere, devono dimostrare di averne la capacità tecnica o economica e darne comunicazione anno per anno alla competente autorità, che provvede agli opportuni controlli."

Quindi, cos'e' cambiato? Nulla, a quanto mi risulta. 
La legge e' sempre quello attuale del 2004. 
NON parla di esami di ideonita'.  
La mia domanda era e tuttora e':  
Allora  perche gli indicazioni delle circolari ministeriali sono cambiati?  Immagino e' perche hanno desiderato controllare meglio chi fa scuola famigliare, giustamente, perche ci sono bambini che possono pagare le conseguenze di un controllo troppo facile. Ma un esame d'idoneita' *per rientrare nella scuola pubblica* non e' ne legale richiederlo ne  formativo per il bambino, educativamente parlando, se il bambino e i suoi genitori intendono di proseguire con la scuola famigliare, seguendo un loro programma personalizzato.  



Come m ai in questi circolari non citono mai, dico MAI,  
ne una legge, ne un articolo della costituzione che dice nero su bianco l'obbligatoriata' di fare un esame annuale d'ideonita' per chi fa scuola famigliare, specialmente quando questa scelta e' considerato  uguale sotto tutte gli aspetti  alle scuole privati non paritarie?  Infatti, se uno si prende la sbriga di leggere con attenzione la Costituzione Italiana, (cosa che sono fiera di finalmente aver fatto!) 
nei articoli 30, 33, 34 e 111, 112, 113, 114 
siamo sempre menzionati insieme, come "concetto unico" si potrebbe dire.

Quel che ho capito e' che e' il nostro diritto chiedere in qualunque anno un'esame d'ideonita' (rispettando l'eta' anagrafico del bambino/anno scolastico) ma non e' MAI obbligatorio, a quanto mi risulta.

  Se la scuola ci manda una lettera ad aprile per stabilire la data dell'esame, nemmeno li citano una legge, per sostenere la loro richiesta.  Anzi, a me hanno chiesto per lettera di fare richiesta per poter fare l'esame d'ideonita' del x anno...non hanno detto che e' obbligatorio.  Ma quando ho protestato, mi hanno fatto vedere la circolare ministeriale, come fosse una legge. 

Allora non sapevo che un circolare ministeriale non e' un legge applicabile a me.

  Come tanti, ho sentito dire ultimamente che un circolare ministeriali non e' legge;  ma per il dirigente questi c.m. sono Legge, e ne e' proprio convinta che lo e' anche per noi! Molti trovano che e' difficile argomentare con un dirigente convintissimo dell'obbligo di fare un esame annuale. 
Almeno, io ho trovato questo difficolta' in questi anni.

Spinta dalla brezza di speranza che mi ha portato l'esperienza recente della mia amica, ho trovato qui: una spiegazione della gerarchia della legislazione nazionale che pone i circolari, l'interpretazioni e le ordinanze come "norme di terzo livello"...ma non mi bastava perche ci vorrebbe un legale per stabilire ad un dirigente "difficile" che quello che c'e' scritto nel circolare non e' vincolante per chi non lavora per il ministero.  

Quindi quando Luciana, una mia amica e mamma homeschooler, mi ha condiviso una sentenza della Corte di Cassazione da qui:ero felicissima! perche ecco qualcosa che poteva sostenere qualcuno in difficolta' a farsi ascoltare dal dirigente scolastico.


Questo documento ci dice che e' proprio cosi', che un circolare ministeriale e' vincolante solo per chi lavora per il ministero (cito dall'ultimo paragrafo sotto "Motivazioni"):


"Alla luce delle considerazioni svolte può, pertanto, affermarsi il seguente principio di diritto: «La circolare con la quale l'Agenzia delle Entrate interpreti una norma tributaria, anche qualora contenga una direttiva agli uffici gerarchicamente subordinati perché vi si uniformino, esprime esclusivamente un parere dell'amministrazione non vincolante per il contribuente, e non è, quindi, impugnabile né innanzi al giudice amministrativo, non essendo un atto generale di imposizione, né innanzi al giudice tributario, non essendo atto di esercizio di potestà impositiva». Va, pertanto, dichiarato il difetto assoluto di giurisdizione con la conseguente cassazione senza rinvio della sentenza impugnata. La particolarità e complessità della fattispecie giustifica la compensazione delle spese dell'intero giudizio."



Quello che mi e' sempre risultato strano era le costante rassicurazioni dalla parte della scuola del nostro diritto di educare i nostri figli nel modo che piu ci si addice, ("signora, ma altrimenti perche le faremo dare i vostri programmi personalizzati se non per creare un esame basato su di essi?) ma che poi nella sostanza gli esami erano sempre basato su quello che fanno in quella scuola li'.  Poi me l'ha spiegato sempre la mia amica quando mi ha detto che il insegnante delegato alle comunicazioni con loro ha amesso che fare un esame di 4 gg con 6 docenti presenti (per la prima media!!) era veramente costoso per loro che si ritrovano gia' senza risorsi.  Adesso (si, lo so, sono un po lentina) ho capito!!! e' piu facile (costa meno) farlo usando verifiche che i professori e maestri hanno fatto durante l'anno anziche fare uno basato sul programma personalizzato.

 

Conoscere i nostri diritti e essere forti e sereni e' importantissimo. Anche per chi sceglie di fare l'esame annuale per motivi formative, questo e' veramente liberatorio perche stabilendo con il dirigente che non e' obbligatorio l'esame, si e' veramente liberi di farlo come i genitori desideranno farlo, partecipando anche alla sua creazione (anche cosi togliendo lavoro non desiderato ai professori, maestri e dirigenti).


E' importantissimo sapere che ABBIAMO IL DIRITTO di sostenere un esame annuale d'ideonita', non il DOVERE, ne il OBBLIGO.




Cito Laura Nocera (con il suo permesso, grazie!! :) ) dopo la sua esperienza "questa poi è una mia riflessione che mi sono fatta prima di andare al colloquio:

in fondo se pensi bene, questo esame a fine anno scolastico, se uno vuole rientrare nella loro scuola è giusto farlo per bene come vogliono loro.. i bambini poi si dovranno reinserire in quella scuola lì con quel metodo lì.... 
se facciamo fare un'altro percorso ai nostri bambini è bene che lo valutiamo noi e che non ci aspettiamo che lo valutino loro,  questo denuncia una nostra insicurezza che li preoccupa e li fa entrare in una eccitazione che gli impone di obbligarci a rientrare nella loro scuola...
invece noi ce li valutiamo da noi... li ringraziamo se ci passano i programmi delle classi, ma lo facciamo con il nostro modo che piace a nostro figlio. 
rassicurandoli che ci occupiamo anche della socializzazione incontrando altri bambini e altre famiglie che stanno muovendosi nello stesso modo....
rassicurandoli che poi tanto dovranno fare l'esame di terza come privatisti per cui comunque avranno il modo di valutare i loro apprendimenti e le loro competenze, ma se  ci arrivano con calma e facendo anche le cose senza quella situazione che a loro crea stress... e noi possiamo farlo...visto che ce lo permette la legge e abbiamo i titoli di studio, il tempo e la voglia soprattutto...
come dire è responsabilità nostra non preoccupatevi, e loro non pensare che non lo sentano questo... si rilassano che non li carichi di responsabilità..."



E' proprio cosi', ci vuole la serenita' e la sicurezza che stiamo agendo nella legge, non contro di essa. Che siamo nei nostri diritti sia quando diciamo che non desideriamo un esame d'ideonita', sia quando chiediamo di partecipare a creare la verifica fine anno.  Ogni maestra, ogni professore sa cosa ha insegnato e partecipa alla preparazione di un'esame.  Penso che anche noi dovremo avereil diritto di questo trattamente se nostri figli continuino il loro percorso educativo tramite la scuola famigliare.  Abbiamo anche il diritto, come ogni scuola privata non paritaria di Non essere obbligati a fare un esame annuale, ma solo quando lo si desidera o quando si rientra nel percorso della scuola pubblica.

Pero' tanti chiedono come fare con un dirigente "difficile:" non tutti i dirigenti in italia sono cosi' aperti al dialogo come quello di Laura.  
Anch'io quest'anno ho la fortuna di avere un dirigente aperta e abbiamo stabilito un ottimo rapporto, ma lui non ci sara' piu l'anno prossimo.  
Visto che i bambini per ora non intendono rientrare, vorrei anch'io  non far sostenere l'esame ai miei figli.

Per il momento siamo lasciati con l'intento di capire meglio ognuno meglio la situazione.  

Per soddisfare soprattutto la mia curiosita', ma anche perche se ho tutte le prove legali per sostenermi mi sento piu tranquilla, serena e sicura di me, ho pensato di recarmi da un avvocato prima di vedere di nuovo il preside.

 Visto che il consultorio famigliare (quello dove solitamente si va per fare i controlli per la gravidanza, per i paptest ecc ecc) ha spesso anche un legale alla disposizione per le famiglie, ho provato a telefonare li' per prima cosa.  La segretaria del consultorio di Alba era molto gentile e mi ha aiutato a trovare il consultorio piu vicino (Bra) che aveva un legale.
 Ho telefonato e lei mi ha detto che hanno un avvocato che lavora come tempo-dono. Mi ha chiesto per quale motivo avrei bisogno dell'avvocato, e che poi dopo aver informato l'avvocato dei motivi sara' lei a decidere se vorra'/potra' occuparsi o no del caso.  Ho spiegato che noi avevamo scelto di non delegare il nostro obbligo all'educazione dei nostri figli allo stato com'e' il nostro diritto di fare, ma che si riscontra ogni anno delle problematiche a riguardo di cosa esattamente sia nostri obblighi e cosa no.
Quindi avrei bisogno di una chiarificazione di quali siano realmente i nostri obblighi secondo la legge italiana e quali no.

Poche ore dopo, la segretaria mi ha ritelefonato dicendo che la avvocatessa era interessata di aiutarci e abbiamo il nostro primo appuntamento per il 4 aprile.

Io penso che chiedere chiarimenti dal dirigente, in buona fede e con molta tranquillita' sarebbe il primo passo da fare...
Intanto, vediamo come va con la mia visita col legale :).




Melissa
mamma di 7, faccendo la nonscuola famigliare con gli ultimi 3 :)

17 marzo 2012

Preambolo per il programma

Ringrazio la mia cara amica Elisa per l'aiuto nel stendere questo scritto:  per me era fondamentale mettere in ordine e per iscritto, il mio modo di vedere l'apprendimento e l'educazione dei miei figli in un modo che non accusa nessuno di mancanze ma offre comunque un'altro modo di vedere l'apprendimento .
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Consapevoli del fatto che la famiglia è per la nostra società un’istituzione fondante, abbiamo deciso di assumerci allora la responsabilità di offrire noi a nostra figlia le condizioni migliori che assecondassero e stimolassero la sua educazione. Sentivamo in questo modo sia di rispondere ai doveri che la Costituzione italiana assegna ai genitori, sia di valerci consapevolmente di un nostro diritto come cittadini. Così infatti recita l'articolo 30 della nostra Costituzione (‪http://www.governo.it/governo/costituzione/1_titolo2.html):

«È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire, educare i figli [...] nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti».

Non è un'impegno di poco conto assumersi questa responsabilità e cercare di assolverlo nel miglior modo possibile. Come assumerci, fuori dalla scuola e senza avere alle spalle studi specifici, il ruolo di educatori? Nel mettere a frutto il nostro curriculum di studi, le nostre competenze e i nostri naturali talenti, abbiamo potuto valerci delle indicazioni sviluppate dalla teoria dell'unschooling, che in Italia realizza molti dei suoi principi nel movimento della scuola libertaria. Questo movimento in tanti aspetti riprende ciò che già nella prima metà del secolo scorso sosteneva Maria Montessori nei suoi scritti e con la sua opera:

«L'osservazione scientifica ha inoltre stabilito che la vera educazione non è quella impartita dal maestro: l'educazione è un processo naturale che si svolge spontaneamente nell'individuo, e si acquisisce non ascoltando le parole degli altri, ma mediante l'esperienza diretta del mondo circostante. Il compito del maestro sarà dunque di preparare una serie di spunti e incentivi all'attività culturale, distribuiti in un ambiente espressamente preparato, per poi astenersi da ogni intervento troppo diretto e invadente.» (Maria Montessori, Educazione per un mondo nuovo, Milano, Garzanti, 2000, pp. 13-14).

e dal grande pedagogista Jean Piaget quando ha scritto "ogni volta che insegniamo qualcosa ai bambini, togliamo loro la possibilità di scoprirlo da soli"

Nell'ambito della scuola familiare l'educazione di Elena Chantal si è basata sullo studio autonomo guidato e sostenuto dai genitori e da altri adulti che lei frequenta (come fratelli, sorelle, parenti, amici ed eventuali professionisti ed educatori), interessati al suo sviluppo e alla sua crescita emotiva e intellettuale.

Anche in questo ci siamo sentiti di aderire alle disposizioni della Costituzione dove dice (articolo 33: ‪http://www.governo.it/governo/costituzi ... tolo2.html):

«L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.».

Ci siamo impegnati a offrire a nostra figlia un'opportunità educativa che andasse incontro alle sue esigenze di aprendente, provvedendo a organizzare un ambiente in cui potesse imparare in modo naturale ed efficace, in cui ci fosse modo di fare il più pienamente possibile quotidiana esperienza del mondo circostante.
Nel prenderci cura del contesto educativo di Elena Chantal abbiamo preso in seria considerazione anche il rischio che la rinuncia all'ambiente scolastico costituisse per lei una limitazione sul piano dell'inserimento in una comunità diversa e più vasta di quella della sua famiglia. Fortunatamente la nostra è una famiglia numerosa: Elena Chantal ha 6 fratelli e sorelle di età diverse e i loro amici animano con la loro presenza la vita domestica. Inoltre siamo riusciti ad organizzare con un gruppo di famiglie della zona di Mondovì e Cuneo una piccola "scuoletta" di homeschoolers che si riunisce settimanalmente per svolgere in comune parte delle attività didattiche. A questo poi si aggiungono le lezioni di musica di ogni lunedì, i laboratori pomeridiane e giornate di incontro che variano di settimana in settimana con altri 2 gruppi di studenti, sia homeschooler che non.

Attraverso questo metodo cerchiamo di offrire un insegnamento e un tipo di educazione che rispettano le inclinazioni innate e le attitudini specifiche del bambino. Il bambino può beneficiare all'interno della famiglia di orari, metodo, curricula flessibili, che gli permettono di seguire le sue peculiarità, imaparare a gestire le sue forze e trovare applicazione didattica ai suoi interessi. Abbiamo garantito anche la presenza del momento della verifica e della valutazione in ogni occasione nostra figlia ce ne facesse precisa richiesta.

Mi sento molto vicina al pensiero di Maria Montessori, di John Holt, ma anche alle teorie dell'Educazione Libertaria. «Educare», come è da loro inteso, è accompagnare e dare sostengo per «tirar fuori» ciò che risiede già nel bambino di cui ci si occupa (e precisamente questo è il valore etimologico del termine). Non è cercare di «mettere dentro», inserire qualcosa, riempire un vuoto, nè significa plasmare, nè addestrare: significa lasciar spazio al fiorire della libera espressione dell'essere in crescita.

La domanda che viene spontanea è: «Che cos'è questo "fiore" che risiede dentro ciascuno di noi?» Non è niente di meno che la spinta innata ad apprendere, la curiosità di scoprire e comprendere la realtà. La mia esperienza di madre di sette bambini mi ha mostrato che i bambini sono apprendenti naturali: sono come esploratori, scienzati, costantemente impegnati a raccogliere informazioni per capire e dare un significato alla vita che li circonda.

La maggior parte di questo apprendimento non è il risultato di un insegnamento, nè di un'istruizione specifica, anzi: ho visto che i bambini, se lasciati esplorare il mondo attorno a loro (con la giusta tutela e il sostegno di noi genitori), hanno una curiosità irrefrenabile. Se non subiscono l’interferenza dell’imposizione o della coercizione, imparare per loro è realmente un’attività naturale, vitale alla loro sopravvivenza allo stesso modo che lo è il respirare.

Imparare è una cosa naturale, e ognuno lo fa a modo proprio. È naturale che bambini desiderino capire il mondo intorno a loro: *vogliono* far parte del mondo degli adulti e diventare adulti competenti e capaci a loro volta. Se è libero di assecondare i propri tempi, in un ambiente preparato, ricco di stimoli e sostegno, ogni bambino trova troverà il suo modo di entrare a far parte del mondo con naturalezza e, attraverso una propria ricerca personale, si impegnerà nell’affinare le proprie competenze e nell’arricchire la propria conoscenza nel modo che sente a lui più congeniale.

Questo approccio all'apprendimento, che è naturale e spontaneo anche quando guidato da un adulto - sia che si assecondino le richieste del bambino sia che si propongano attività di propria iniziativa  è un tipo di apprendimento che dura nel tempo. Quel che si impara sarà appreso non perché «è da portare all'esame», ma perché il bambino prova un vivo interesse ad apprenderlo.

Metto grande impegno nel non intralciare o arrestare questo processo prezioso del apprendimento naturale di mia figlia. Lo faccio prestando grande attenzione agli interessi di mia figlia e agli spunti che la vita ci offre ogni giorno. Questo comporta per noi la necessità di destrutturare e ristrutturare i programmi ministeriali nel corso dell'anno, dal momento che ritengo che i bambini costretti in un piano di studi troppo rigidamente predefinito possano correre il rischio di perdere la fiducia nel proprio naturale istinto alla conoscenza e nelle proprie capacità di correggere i propri errori e trovare nuove vie per imparare, finendo per dipendere da altre persone che indichino loro che cosa e come imparare. In questo modo purtroppo a volte l’apprendimento si trasforma in un processo faticoso, monotono, poco interessante, nel quale le facoltà cognitive trovano applicazione frammentaria e limitata, l’entusiasmo avvizzisce e si spegne.

Sono convinta che il desiderio di apprendere faccia intrinsecamente parte del bambino e mi piace pensare che questa opportunità di fare scuola famigliare permetta a questo desiderio, questo «fiore», di rimane intatto e integro, non sviato da quel che un'altra persona può imporre dall’esterno.

È sempre un bene che i programmi siano flessibili e dinamici, che rispecchino bisogni, interessi e capacità dell'individuo. Il nostro impegno nel dare sostengo a un apprendimento profondo e naturale, che protegga spontaneità, curiosità e creatività dell'individuo ci ha fatto toccare con mano quanto siano opportuni percorsi didattici sperimentali di questo tipo: la curiosità e il desiderio di fare da soli sono gli elementi che definiscono la capacità del bambino di imparare, non la minuziosa articolazione di un curricolo stabilito in altro contesto che non si basi sulle reali esigenze di un apprendente reale.

4 febbraio 2012

letting children climb their own mountains

disegno di Caid


“Our task, regarding creativity, is to help children climb their own mountains, as high as possible. No one can do more.
Loris Malaguzzi 
Italian early education specialist (Reggio Emilia).  
Quoted in The Hundred Languages of Children, ch. 3, by Carolyn Edwards (1993).)


I love this quote.  Children *want* to climb theier own mountains.  Left in freedom,  they will choose the mountain to climb when and where they like, and they will climb it as high as they possibily can.  Sometimes they leave it for a while, it may seem that they have abandoned the task, but then, unexpectedly (for the observer), naturally (for the child) they return to the mountain and run up as fast as they can.
The hardest part is to avoid helping when help is not wanted.

Helping means often standing back, stepping aside.

22 gennaio 2012

cell phone/ivory connections

Alle volte, anzi, spesso, sono le piccole domande che portano lontano.
 
Illustration by  Caid


Apprendimento su piu' livelli, senza sforzo...
una domanda, risposte che portano ad altre domande...


Questa mattina, gioccherellando con la tastiera del cellulare, Shanti notava 
che i tasti del vecchio modello erano migliori di quello nuovo...
e questo le ha fatto pensare a un commento fatta da nostra vicina 
 su come il pianoforte una volta aveva i tasti di ivorio. 

Questo pensiero le ha fatto fare a me la domanda 
"mamma, quanto costa l'avorio?"  
ma io non sapevo proprio nulla di sicuro sull'avorio
(ed ero piuttosto spaesato dalla domanda dal nulla! ^_^ ).
quindi...quindi abbiamo chiesto a "zio google"
dopo qualche mio "farfugliamento" su prezzi alti, illegalita' e qualcosa di insensato perche
ero convinta che tutti i denti di mammifero erano di avorio. 
invece no! solo le zanne di elefante sono di avorio. 
illustration by Caid

Guardando insieme le pagine Wikipedia di mammut, di tricheco, di capodoglio, e quell'unicorno-foca che si chiama narvalo (quello non lo ricordavamo piu e abbiamo dovuto riguardare la pagina, uffa!) 
ho visto che per ogni animale c'e una tabella della classificazione scientifica, 
e tutti quegli che abbiamo guardato erano del Dominio: Eukaryota.  
ma cosa vuol dire "eukaryota??"
Questa ricerca ci ha fatto notare che l'altro dominio e' "Procariota" 
ma non avevamo proprio idea cosa fosse neppure quello 
e ci tocca a leggere...

insomma, la differenza sta nel fatto che i primi partono da cellule "da definizione" (con nucleo definito, materiale genetico dna ecc)e possono essere monocellulari fino a mammiferi grandi e grossi come il capodoglio, invece i Procarioti sono tipo i virus, i batteri, gli lieviti...insomma forse e' un po piu complicato di quello ma a noi ci e' bastato per sta mattina :)
Ma poi Shanti:  "ma mamma! io volevo sapere il prezzo dell'avorio!" ed eccoci qui:

Pare che il prezzo continua salire nonostante e' un prodotto di controbando :

"in Cina si registra un boom dei prezzi dell’avorio. Il prezioso materiale sarebbe infatti diventato una moda per i nuovi ricchi, che arrivano a pagare per una zanna d’elefante circa 4 milioni di euro."

E shanti:  "ma quanto e' grande una zanna d'elefante?" 

ed eccoci qui, arrivano di misuare piu lungo di 3 metri:
per l'elefante africano possono pesare oltre 90 kili, invece per l'elefante asiatico che ha le zanne molto piu' leggere, il piu pesante mai pesato e' stato di quasi 39 kili.

Le nostre domande per ora non risposte (perche abbiamo fame ) :
L'avorio e' un prodotto illegale o no? io ero convinto di si, ma ...se ce gente che lo compra??
e se lo e', chi lo compra ha commesso un reato?
Continuano a crescere per tutta la vita le zanne dell'elefante o solo fino a maturita?
E se continuano a crescere (come i denti del castoro) per sempre,  il proprietario di un elefante lo puo' tagliare e vendere legalmente il suo "raccolto"? 

Insomma, il cellulare vecchio di matteo e' piu pratico perche ha la tastiera rimovibile, una volta i pianoforti avevano i tasti d'avorio, non lo fanno piu' perche l'elefante e' un'animale in pericolo...i castori hanno denti che crescono per sempre, gli elefanti hanno zanne che possono pesare quasi un quintale l'uno, il prezzo va sempre piu su per l'ivorio, ci sono 2 dominion per classificare gli essere viventi, esiste un'animale unicorno che si chiama narvalo e noi due ci siamo passati 40 minuti insieme ad esplorare mentre lei ripuliva una nuova bastone da passeggio.

Noi abbiamo un pettine antico d'ivorio in casa, ma null'altro. e voi?